Saturday, September 15, 2012

ECCO la PETIZIONE di AMNESTY INTERNATIONAL da FIRMARE per AIUTARE MAZYAR

http://www.amnesty.ie/content/iran-tv-%E2%80%9Cconfessions%E2%80%9D-breach-suspects%E2%80%99-rights

Traduco in italiano l'articolo di Rudaw per chi avesse problemi a leggerlo in inglese...


Curdi iraniani confessano di essere spie alla TV di stato.

ERBIL, Regione Curda- La scorsa settimana, la tv di stato iraniana, Canale 1, ha mandato in onda le confessioni di 16 persone che hanno ammesso di lavorare con l'aiuto di Israele per assassinare gli scienziati nucleari iraniani.

Le confessioni hanno seguito l'annuncio del capo dell'intelligence iraniana secondo cui un gruppo di spie israeliane, con base nella "regione vicina" era stato catturato.

Secondo le informazioni avute da Rudaw, sette di queste persone catturate sono curdi iraniani. Uno di loro è Mazyar Ebrahimi, un curdo iraniano residente nella regione curda, che è stato catturato un mese e mezzo dopo essere tornato in Iran.

Le confessioni che vengono dagli accusati sono di aver commesso atti di "terrorismo e spionaggio" per Israele. I commenti del capo dell'intelligence, che hanno lasciato intendere che una regione vicina era diventata il covo per le spie israeliane, hanno permesso i media iraniani di accusare la regione curda di essere implicata con Israele.

Abdulkhaliq Muhammad, il direttore dell'ufficio delle relazioni e dei media esteri del Governo della Regione Curda (KRG), ha detto a Rudaw, "Respingiamo tutte le accuse secondo le quali non avremmo relazioni con Isralele. Quando abbiamo chiesto all'Iran delle prove, non ne avevano nessuna e il console dell'Iran a Ebril si è scusato per le accuse"
Nazim Dabbagh, il rappresentante del KRG in Iran, ha detto, "Non mi è stato detto nulla a questo proposito. Ma negli incontri ufficiali, parlano sempre a proposito di alcuni individui che hanno manipolato i terroristi della Regione Curda al fine di lanciare attacchi terroristici contro l'Iran. Abbiamo detto loro le stesse cose riguardo alcuni individui che usano i territori iraniani per lanciare attacchi terroristici contro la Regione Curda."
"La Regione Curda è grande e i Curdi dei paesi vicini risiedono qui. E' possibile che alcuni di loro possano diventare spie e lavorare per altri Paesi, ma questo non ha nulla a che fare con la Regione Curda perché avviene senza che noi ne siamo a conoscenza", Dabbagh ha detto, aggiungendo che Ebrahimi possedeva documenti d'identità iraniani.
La Regione Curda è stata menzionata direttamente dagli organi di stampa iraniani quando la confessione di Ebrahimi è stata resa pubblica. L'agenzia di stampa Tabnak ha pubblicato un ariticolo intitolato "Un nuovo piano vicino ai confini Iraniani", che presuppone l'esistenza dell'esercito israeliano e di basi militari nella Regione Curda e relazioni tra il KRG e Israele.
Dilshad Khoshnaw, un collaboratore di Ebrahimi all'interno della compagnia Ahoura, di è mostrato sorpreso a proposito del caso di Ebrahimi.
"Ebrahimi rappresenta 26 compagnie internazionali per l'equipaggiamento televisivo ed era continuamente in viaggio per l'Iran e per l'Europa per via del suo lavoro. Il suo ultimo viaggio in Iran è stato per affari e siamo stati sorpresi sentendo del suo arresto dalla tv di stato iraniana" ha detto.
Khoshnaw respinge categoricamente la confessione di Ebrahimi mandata in onda in Tv, dicendo, "questo non ha nulla a che fare con lo spionaggio o il terrorismo, ma piuttosto con la rivalità economica con alcuni funzionari iraniani. Abbiamo documenti che provano che Ebrahimi era presente nella Regione Curda durante gli attacchi terroristici. Le mostreremo alle parti interessate al momento opportuno"
Fuad Muhammad Osman, un amico, ha detto "Ebrahimi è un mio caro amico ed ero a conoscenza di tutti i suoi viaggi all'estero.  Lui non è mai stato coinvolto in politica e non ha mai avuto relazioni con nessun partito curdo in Iran. Era solo interessato all'arte e al suo lavoro."
Ha aggiunto, "Ebrahimi ha vinto un premio nella sezione spagnola del canale satellitare iraniano Press TV. Questo ha causato una rivalità con una famosa ed influente compagnia iraniana. Questa compagnia iraniana ha minacciato Ebrahimi e detto lui di ritirarsi dalla gara altrimenti gli avrebbero creato problemi e lo avrebbero accusato di essere una spia israeliana".
Osman ha detto che anche il solo sospetto di avere relazioni con Israele può mandare qualcuno in prigione in Iran. "Quando ho sentito questo, ho detto a Ebrahimi di lasciare la gara e di tornare in Kurdistan. Lo ho chiamato una settimana dopo ma il suo cellulare era spento. Più tardi, ho scoperto che i servizi segreti iraniani lo avevano arrestato e gli avevano confiscato il computer portatile."
Osman ha aggiunto che c'erano molte foto nel computer che aveva modificato per gioco ma che i servizi segreti iraniani hanno considerato come prove del fatto che Ebrahimi abbia usato differenti fisionomie quando lavorava come spia. I differenti nomi che si suppone che Ebrahimi abbia usato, dice inoltre Ousman, sono "fantasie" dell'intelligence iraniana.
Ha aggiunto "Sono sicuro che Ebrahimi sia stato torturato e che abbia disturbato un grande affare perché nel video della sua confessione pare abbia perso una 20ina di kilogrammmi. Questa è una prova evidente che sia stato torturato e che abbia confessato qualcosa che non ha mai commesso."
Riguardo alla dichiarazione di essere una spia per Israele, Osman ha detto "Durante le date degli eventi menzionati dall'Iran, Ebrahimi era nella Regione Curda. Il suo vecchio passaporto e i biglietti aerei sono ancora nelle nostre mani e provano che Ebrahimi era in Kurdistan. L'intelligence iraniano ha fabbricato queste accuse molto poco intelligentemente."
Ousman fa un esempio. "Secondo le dichiarazioni dell'intelligence iraniana, Ebrahimi è stato coinvolto nell'assassinio degli scienziati nucleari il 1 novembre 2011. Ma noi abbiamo le prove che in quella data la famiglia Ebrhaimi era in Kurdistan. Ero con Ebrahimi e sua moglie e le foto del picnic e i timbri del suo passaporto sono prove della sua innocenza". 

Friday, September 7, 2012

un articolo interessante su Mazyar.

"Ibrahimi won a tender on the Spanish section of the Iranian satellite channel Press TV. This has caused a rivalry with a famous and influential Iranian company. This Iranian company has threatened Ibrahimi and told him to withdraw from the bid or else they will create problems for him and accuse him of being an Israeli spy."


http://www.rudaw.net/english/news/iran/5092.html

Wednesday, August 15, 2012

Mazyar -in English





In June 2012 Mazyar Ebrahimi, my husband’s younger brother, was arrested in Tehran by Iran’s intelligence for ‘reasons of national security’. Intelligence agents did not give any further explanations for his arrest.

Mazyar has now been detained for almost two months without charge.

The family has not been allowed to see him, and they are not certain of the reasons of his arrest or of his whereabouts. We believe that he is being held in custody at Evin prison -in northwestern Tehran.

On 6 August 2012 Iran’s national TV aired a 40-minute documentary, titled “Terror Club”, showing a group of 14 Iranian citizens, eight men and six women, allegedly involved in the killings of  5 Iranian nuclear scientists since 2010.

The broadcast contained re-enactments of the killings by motorcycle-riding hit men, and purported ‘confessions’ by 13 of the suspects, who allegedly traveled to Israel to receive military training in training camps in the outskirts of Tel-Aviv -funded by the US.

Mazyar was one of the 13 suspects admitting to working for Israel in the planning and assassination of the 5 scientists involved in Iran’s nuclear program.

Mazyar is innocent.
His family, friends and colleagues are certain and can prove that he couldn’t possibly have been involved in any acts of espionage, let alone in the murders in question.

There is no doubt that his confession is false, and that it was obtained under duress.

We also have reason to believe that he was framed in connection with his business activities, as he had been threatened a few times prior to his arrest.

Mazyar is 38. He is the second of four children. His father, a now retired director of photography, is well-known in Iran for his work as well as for being one of  the founders of 3 Iranian TV networks in the 1960s.

Mazyar worked for many years for Iran’s TV networks. In 2006 he founded Ahoura Broadcast & Media Solutions Ltd. Co. in Sulaymaniyah, Iraq, which provides services and equipment for television and cinema production throughout the Middle-East, including Iran.
He had just closed a very important deal with one of Iran’s TV networks.

Mazyar was born and raised in Tehran. His parents and sister still live there. His younger brother lives in Damascus, while his older brother, my husband Shapoor, has been living in Italy for 8 years.

For days now, Mazyar’s family living abroad has not been able to receive updates on the situation back home as phone and email are being monitored by Iranian intelligence. Also, Shapoor and his brother living in Damascus, despite their fear for Mazyar and their family living in Iran, can not safely return to Tehran. Iranian citizens living abroad are usually screened upon their return to their country, and, given Mazyar’s current status as ‘suspect’, the two brothers’ return could be very risky.

We are looking to find a way to bring concrete help to Mazyar, who is risking his life in Iran for a crime he has not committed.

It is a dramatic situation. Learning what happens in prisons under the Iranian regime has made us all extremely anxious and apprehensive.

As the few survivors, who managed to escape Iran, report, what happens in Iranian prisons is atrocious.
Prisoners are tortured daily. Torture can be physical, psychological, or both. Torture techniques include: whipping, deprivation of sleep, waterboarding, suspension from ceiling, insertion of sharp instruments under the fingernails, mock executions, threats against family members, the ‘coffin’ (whereby the prisoner is placed in a very small cubicle, blindfolded and in absolute silence, for 17-hour stretches).  Prisoners are also told daily that everyone has forgotten them.

From the moment they arrive in prison, detainees are also asked to give ‘interviews’ (mosahebe). Recorded and edited on videotape, and subsequently aired on TV, such ’inteviews’ are confessions to acts of subversion and the like -obtained through torture.

It’s a great injustice and one of the worst forms of violation of human rights.

We are ready to do whatever it takes to put an end to Mazyar’s suffering.

Please join our cause.
An international campaign is the only way to ensure his release.
Any help that you may give will be greatly appreciated.




Tuesday, August 14, 2012

Rap-sodia

http://www.youtube.com/watch?v=531KRgqFdDY

E' una realta' che ogni giorno mi sconvolge,
piu' vado avanti e piu' la merda la riavvolge...

E io invidio quel coraggio di lottare,
quella forza, quella rabbia, quel coraggio di cambiare,
quelle gambe che colpite vanno avanti...

E' di giustizia che si continua a andare a caccia
E' una rivoluzione che ormai deve avere spazio

Cuori e menti libere ribellano un messaggio

Monday, August 13, 2012

Mazyar in serio pericolo.




Nel giugno 2012 Mazyar Ebrahimi, fratello di mio marito Shapoor Ebrahimi, e’ stato arrestato a Teheran dai servizi segreti iraniani per “motivi di sicurezza nazionale”. Al momento della cattura gli agenti non hanno dato altre spiegazioni dell’arresto.

Al momento Mazyar e’ detenuto senza che, formalmente, sia stata elevata nei suoi confronti una pubblica accusa.

La famiglia non ha mai potuto vederlo e non conosce con esattezza ne’ i motivi del suo arresto ne’ il luogo dove sia tenuto in custodia. Si ritiene che sia detenuto nel carcere Evin di Teheran.

Il 6 agosto la tv nazionale iraniana ha mandato in onda un documentario di 40 minuti, intitolato “Terror Club”, che ha mostrato un gruppo di 14 cittadini iraniani, otto uomini e sei donne, presumibilmente coinvolti nell’uccisione di 5 scienziati nucleari a partire dal 2010.

La trasmissione ha mostrato la ricostruzione degli omicidi da parte di sicari a bordo di una motocicletta e le presunte “confessioni” di 13 dei sospettati, che avrebbero ricevuto un addestramento militare, in un campo d’addestramento nella periferia di Tel-Aviv, finanziato dagli Stati Uniti. 

Mazyar era uno dei 13 sospettati ad ammettere di aver lavorato per Israele nella pianificazione e nell’attuazione degli omicidi.

Mazyar e’ innocente.
La sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi di lavoro ne sono certi e sono in grado di fornire concreti elementi per dimostrare che Mazyar non potrebbe essere coinvolto in alcuna vicenda di spionaggio internazionale, ne‘ tanto meno negli omicidi che gli vengono addebitati.

Non c’e’ dubbio che la confessione di Mazyar sia falsa, e sia stata estorta sotto costrizione. 

Mazyar ha 38 anni. E’ il secondo di quattro figli. Suo padre,  un direttore della fotografia ora in pensione, e’ molto conosciuto in Iran per il suo lavoro e per essere uno dei fondatori di 3 canali televisivi iraniani negli anni 60.

Mazyar ha lavorato per molti anni per la televisione iraniana. Nel 2006 ha fondato l’Ahoura Broadcast & Media Solutions Ltd. Co in Sulaymaniyah, Iraq che si occupa di fornire servizi ed attrezzature per il cinema e la televisione in tutto il medio oriente, comprese le tv di stato iraniane.
A causa della sua attivita’ Mazyar viaggia molto, sebbene durante l’ultimo anno abbia lavorato principalmente in Iran, avendo vinto importanti gare d’appalto con la tv di stato iraniana.

Mazyar e’ nato e cresciuto a Teheran, dove vivono ancora i genitori e la sorella. Suo fratello minore risiede a Damasco, mentre il maggiore, Shapoor,  vive in Italia da 8 anni e da 3 anni e‘ sposato con me, Stefania Fraire.

Da alcuni giorni la sua famiglia residente all’estero non riesce ad avere notizie riguardo alla sua situazione. Riteniamo che i telefoni e le email siano controllate dall’intelligence iraniana. Inoltre Shapoor e l‘altro fratello, nonostante siano molto preoccupati per Mazyar e per il resto della loro famiglia, non possono tornare in Iran senza correre dei rischi. I cittadini iraniani residenti all’estero sono generalmente fermati per accertamenti e, considerato l’attuale status di Mazyar, il loro ritorno in Iran potrebbe essere particolarmente difficile.

Stiamo cercando la strada per portare un concreto aiuto a Mazyar, che sta rischiando la vita in Iran per un crimine che non ha commesso. 

E’ una situazione drammatica; pensare a quanto succede da anni sotto il regime iraniano nelle carceri ha messo tutti noi in uno stato di profonda angoscia ed apprensione. 

Come testimoniano i ben pochi sopravvissuti, che sono poi riusciti a fuggire dall’Iran, quello che succede all’interno del carcere e’ atroce. 
I detenuti vengono torturati giornalmente. Le torture di tipo fisico includono la fustigazione, la privazione del sonno, le immersioni in acqua, le bruciature... 
Altrettanto atroci sono le torture psicologiche: le minacce di violenza al detenuto o contro i membri della famiglia, la partecipazione a esecuzioni, le cosiddette ‘mock executions’ (finte esecuzioni)… Inoltre viene detto giornalmente ai detenuti che tutte le persone a lui vicine si sono dimenticate di lui e che lo credono colpevole.
Alcuni sono stati messi in piccoli box, [50cm x 80cm x 140cm (20 pollici x 31,5 pollici x 55 pollici)] con gli occhi bendati e in silenzio assoluto, per tratti di 17 ore con due pause di 15 minuti per mangiare e andare in bagno. Queste torture possono durare mesi - fino a quando il prigioniero accetta l'intervista (mosahebe)

Si tratta di una gravissima ingiustizia e di una delle piu' peggiori violazioni dei diritti umani.  

Siamo pronti a fare qualsiasi cosa per aiutare Mazyar. 

Preghiamo tutti voi che state leggendo di unirvi alla nostra causa.  Creare una campagna internazionale e’ l’unico modo per assicurare il suo rilascio. Qualsiasi informazione o contatto, per quanto possa sembrare irrilevante, potrebbe direttamente o indirettamente aiutare Mazyar.